sabato 9 febbraio 2019

Abusi sulle religiose. Un me too anche nella Chiesa cattolica?

Dal 21 al 24 Febbraio in Vaticano si terrà un summit a cui sono convocati tutti i presidenti delle conferenze episcopali del mondo per discutere una strategia sul problema pedofilia nel clero.

In questi ultimi mesi però sui media si è iniziato a parlare anche di altri tipi di abusi, ovvero quelli perpetrati dal clero nei confronti delle donne, in particolare delle religiose.
Crimini questi ancora più difficili e spinosi a cui finora non è stato dato ascolto sebbene ci siano state denunce già dagli anni 90.
Tutti giustamente ci scandalizziamo  di fronte ai casi di pedofilia, quando però si parla di donne adulte come ci ricorda anche Lucetta Scaraffia, entrano in gioco altri fattori che fanno dubitare che si tratti di un abuso. Occorrerà anche maggior discernimento in questi casi ma non dimentichiamo che clericalismo, maschilismo, una cultura clericale che vede ancora la donna come un essere subalterno all'uomo, possono essere ulteriori ostacoli alla giustizia.

Negli ultimi mesi anche questo argomento non sembra essere più un tabù. Che anche nella Chiesa cattolica sia in atto una sorta di movimento me too?.
Papa Francesco durante il suo ultimo viaggio di ritorno dagli Emirati Arabi ha ammesso l'esistenza del problema e ha ribadito la sua intenzione di andare avanti per combatterlo.
Nel frattempo però occorre una conversione molto profonda di mentalità e di una conseguente riforma delle strutture ecclesiastiche. Una cosa mica da ridere!

Per questo segnalo alcuni contributi usciti in questi giorni sull'argomento a cominciare dal video della conferenza stampa "volante" di Papa Francesco di martedi scorso.



Il comunicato delle suore USA sugli abusi alle religiose nella Chiesa. Tradotta da SettimanaNews del 8 Febbraio 2019

Dichiarazione dell'Unione internazionale delle superiori generali (UISG) contro ogni forma di abuso. Uisg un’organizzazione mondiale che raccoglie tutte le superiori delle congregazioni religiose femminili a livello mondiale per condividere esperienze, scambiare informazioni ed si accompagnarsi reciprocamente nello svolgimento del loro servizio.

Intervista di Luciano Moia a Yvonne Reungoat delle Figlie di Maria Ausiliatrice, presidente nazionale dell’Unione superiore maggiori (Usmi)  comparsa su Avvenire del 8 Febbraio 2019

La campagna voices of faith che si prefigge di promuovere una leadership femminile all'interno della Chiesa cattolica. Il sito e il canale youtube propongono iniziative interessanti come "Overcoming silence" (Superare il silenzio – Le voci delle donne nella crisi degli abusi) tenuta lo scorso Novembre a Roma. Canale youtube

L’abuso di potere è nel DNA della Chiesa. Intervista al Vescovo Heiner Wilmer tradotta da SettimanaNews del 20 dicembre 2018

Intervista di Ludovica Eugenio a Anna Deodato autrice del libro "Vorrei rinascere dalle mie ferite. Donne consacrate e abusi sessuali (ed. Dehoniane)" che da anni si occupa di ascolto e accompagnamento di religiose abusate. Intervista comparsa su Adista del 8 febbraio 2018

Senza tatto. Un vulnus grave di Lucetta Scaraffia su Donne Chiesa Mondo - inserto mensile de l'Osservatore romano del 1 Febbraio 2019

Clero e abusi: colpe e rimedi della teologia morale di Roberto Massaro, docente di Teologia morale sessuale e Bioetica presso la Facoltà teologica pugliese di Molfetta.
Comparso su Il Regno blog Moralia del 8 Febbraio 2019




venerdì 8 febbraio 2019

Abusi sulle suore: il problema è subalternità

Intervista di Paolo Alberto Valenti a Lucetta Scaraffia del 01/02/2019 comparsa su Euronews.com

I reati sessuali su minori sono il tema dominante del summit straordinario convocato in Vaticano dal 21 al 24 febbraio, con i rappresentanti di circa 130 conferenze episcopali da tutto il mondo.

C'è però un altro grave dossier, quello degli abusi sulle religiose. Abbiamo chiesto alla storica ed editorialista cattolica Lucetta Scaraffia se non le sembra che la pedofilia abbia oscurato la violenza sulle donne all'interno della Chiesa....

LS - "Si, mi sembra veramente di sì anche perchè la pedofilia è un crimine perseguito per legge. La violenza sulle donne come sappiamo si presta a interpretazioni molto più ambigue e può essere anche scambiato - siccome le donne in genere sono maggiorenni - per, diciamo, trasgressione consenziente e la Chiesa ha sempre cercato di mascherare tutte le forme di violenza contro le donne come trasgressione conseziente, anzi, peggio ancora, come relazioni romantiche".

Gli abusi sulle suore all'interno dei conventi in Asia e in Africa sono i casi più eclatanti che altrove ma esistono dati anche per il resto del mondo?

LC - "Non è un caso che Véronique Margron in Francia abbia detto alle suore francesi 'denunciate i vostri violentatori', lo ha detto in Francia e le suore francesi stanno costituendo dei gruppi di persone che ne parlano e che ci siano casi in Occidente. Perché ovunque le suore siano nella Chiesa e ovunque siano, sono in una posizione di oppresione, di inferiorità e ovunque le donne sono in una situazione di inferiorità diventano oggetto di abusi e di violenza".

Quali sono i fattori scatenanti? L'idea che il celibato che non significhi comunque il privarsi della sessualità oppure la secolare subordinazione della donne all'autorità sacerdotale dell'uomo....

LS - "Le congregazioni di suore dipendono per tutto, per quello che vogliono fare, per la loro gestione economica, per le decisioni che prendono dai superiori ecclesiastici che sono i vescovi e i preti, quindi questi preti e vescovi, se loro si rifiutano di acconsentire a queste forme di molestie, possono vendicarsi e si vendicano. Il clero, che come tutti sanno e come dice Gesù deve essere al servizio degli altri, è diventato invece un esercito di uomini di potere che trasforma in servitori gli altri".

mercoledì 16 dicembre 2015

Gender e sessualità cosa impedisce un confronto sereno?


Genere e sessualità due argomenti di cui nella Chiesa cattolica, in questo momento, non si riesce a parlare e confrontarsi serenamente. Dopo la campagna scatenata da gruppi cattolici tradizionalisti contro il governo e la scuola italiana, colpevoli di essere preda di una non ben identificata ideologia gender che vorrebbe annientare le differenze di genere, sembra non essere più possibile avere un confronto sereno su come intendere la differenza sessuale nel mondo contemporaneo.

Tutto infatti sembra essere soffocato da chi denuncia a gran voce e con allarmismo la deriva in cui, secondo loro, l'Italia si starebbe incamminando. Ovvero il solito museo degli orrori generato da psicosi collettiva, dove ai bambini dell'asilo viene insegnato a masturbarsi, dove "vengono confusi" sulla loro identità di genere dicendo loro che le donne possono guidare il camion, fare il poliziotto o il soldato e che gli uomini possono stirare, accudire i figli e fare la calza. Le solite sciocchezze che sentiamo dire ormai da diversi mesi a questa parte da molti pii cattolici, accecati probabilmente, dalle loro stesse preoccupazioni.

Questo è quello che è successo a Parma dove si è tenuto un incontro dibattito sull'argomento dopo che questa estate, un gruppo di donne cattoliche aveva scritto ai responsabili di associazioni e movimenti per denunciare "i metodi e i toni assunti dal dibattito sulla cosiddetta ideologia gender". Rita Torti in qualità di rappresentante delle firmatarie della lettera, scrive sull'ultimo numero de il Regno un resoconto di quest'incontro, in cui compaiono aspetti allarmanti e desolanti. Anche se la voglia di confrontarsi e di avere un'informazione completa, vera e libera da posizioni prettamente politiche e preconcetti ideologici è presente tra i cattolici, dall'altra persistono ancora coloro che hanno già le risposte in tasca e si presentano a questi incontri per fare interventi fuori contesto, ripetere la solita tiritera di falsità e sciocchezze, guastando così l'ottimo intento di questi incontri. Alla fine della conferenza la Torti ammette nell'articolo di essere stata insultata e attaccata dai guastatori soddisfatti di essere riusciti a vincere la battaglia, cioè mandare a monte l'incontro organizzato dal movimento ecclesiale di impegno culturale, da altri cristiani come loro, insomma. Se è così che si vince la guerra, ovvero la famosa sfida antropologica, stiamo freschi!!.

venerdì 11 dicembre 2015

Courage Italia le opinioni di una lesbica cristiana

In questi giorni ho letto con attenzione tutta la polemica che ha fatto seguito all'inchiesta de L'espresso sull'associazione cattolica Courage che propone alle persone omosessuali che le si rivolgono un programma per vivere la castità totale in conformità con gli attuali insegnamenti della Chiesa cattolica.
Essendo anche io cristiana cresciuta in tra parrocchia e oratorio e allo stesso tempo omosessuale credo di aver qualcosa da dire in proposito.
Per prima cosa, credo di capire cosa spinga alcune persone a rivolgersi a gruppi come questo: un senso di smarrimento e di paura. Ci sono passata e non è stato facike. Quando un cristiano cattolico si scopre diverso in un contesto sociale come la parrocchia o la famiglia in cui l'omosessualità è concepita come un peccato e anche molto grave e penoso, è normale piombare in un senso di angoscia e smarrimento e farsi tante domande. Tutto può essere rimeso in discussione: l'autostima, l'affetto delle persone che ti stanno vicino e persino l'amore divino. Ciò può portare come è successo a me a chiudersi e a commettere errori, che possono diventare anche molto gravi portando la persona al disprezzo di se, a cercare sesso occasionale, senza però credere nelle relazioni autentiche, insomma a un'autentico degrado morale e spirituale.

Per fortuna quest'ultima cosa a me non è accaduta anche se ho attraversato anche io il mio inferno per la paura del rifiuto e il conseguente isolamento in cui mi ero rinchiusa. Nonostante ciò una parte di me è sempre stata convinta di non essere sbagliata perchè percepiva che ci poteva essere un valore positivo nel proprio orientamento omosessuale. Esso non è solo attrazione erotica ma anche tenerezza, forza vitale, voglia di rinnovarsi e di costruire qualcosa in due. Lo si può percepire solo se non si vive a compartimenti stagni ma ci si lascia fluire, ci si accoglie come persone, come un tutt'uno di anima, corpo, pensieri, relazioni... 
Forse nel bene o nel male oggi si da troppa importanza al sesso e lo si separa da tutto il resto della persona. Ciò vale sia per quelli che vogliono avventure erotiche senza complicazioni sentimentali, ma anche per i bravi cristiani timorati di Dio che percepiscono l'attrazione verso un'altra persona, specialmente se del proprio sesso, come la cosa sporca da rimuovere. Mi chiedo dunque se questi due aspetti non siano le due facce della stessa medaglia. 

Associazioni come Courage offrono una soluzione preconfezionata a ciò che viene percepito come un problema. Tuto ciò forse farà sentire i suoi aderenti più in pace con la Chiesa e con Dio ma mi chiedo quanto facciano sentire in pace con se stessi. Mi chiedo quanto possano aiutare le persone a trovare se stesse se fanno leva sulle loro paure e sulle loro ferite, per riempirle di qualcosa che non gli appartiene?
Sia chiaro, non ce l'ho con chi sceglie la castità del celibato. Non mi da fastidio che alcune persone scelgano liberamente, ripeto, libermente il celibato o la verginità per tutta la vita. Penso ai consacrati: se lo fanno è perchè si sentono chiamati da Dio stesso a qualcosa di più grande. Nel caso delle persone omosessuali invece tale cammino viene proposto indiscriminatamente dall'autorità ecclesiastica come unica strada possibile per essere buoni cristiani. Tutto ciò non rischa di svilire e banalizzare le autentiche vocazioni oltre alla dignità personale di chi prova attrazione per il proprio sesso?  E poi perchè mettere la castità al centro di un questo ministero pastorale? non è forse una virtù che tutti i cristiani dovrebbero comprendere meglio? evidentemente o si pensa che gli omosessuali siano più sporchi e peccatori di altri, oppure che il sesso particato da loro sia più grave di quello praticato dagli etero.

Il cammino proposto da Courage spero non rimanga l'unico possibile nella Chiesa cattolica. Troppe sono già le persone che si sono allontanate da Cristo e dalla sua Chiesa perchè non si sentivano comprese e accettate. Io ho avuto la fortuna e la tenacia di conoscere e di cercare nella mia Chiesa guide spirituali che mi hanno riannunciato il Vangelo ma senza giudicarmi, ciò mi ha permesso di non spezzare il mio rapporto con Dio e con la Chiesa, nonostante la mia scelta di preservare la mia voglia di vivere, di amare e di essere me stessa fino in fondo. Per questo ringrazio Dio per quello che mi ha dato e prego affinchè nella chiesa quando si parla di omosessualità in relazione alla fede si ascolti anche l'esperienza di persone come me.

domenica 12 luglio 2015

Papa Francesco: la fraternità è la base del vero dialogo

Riporto qui uno stralcio del discorso che ha fatto Papa Francesco ieri pomeriggio davanti ai tanti rappresentanti della società civile paraguayana. Un'esortazione a costruire società più inclusive e a misura d'uomo. Per i cristiani una lezione importantissima sull'atteggiamento da tenere in una società plurale dove culture diverse, religioni diverse, filosofie di vita diverse sono destinate a convivere. Non si parla di negoziazioni di valori ma si va al cuore del problema affrontando la questione del dialogo che è possibile solo se si vive fino in fondo una dimensione di fraternità.

"Il dialogo deve essere costruito su qualcosa. Presuppone e richiede una cultura dell'incontro. Un incontro che riconosce che la diversità non è solo buona ma necessaria. Così non possiamo iniziare pensando che l'altra persona è nel torto. Il bene comune viene perseguito iniziando dalle nostre differenze, lasciando costantemente posto per nuove alternative. In altre parole, cercare qualcosa di nuovo. Non solo prendere la propria fetta di torta ma discutere, pensare, e scoprire insieme una soluzione migliore per tutti. Molte volte questa cultura dell'incontro può portare al conflitto. Questo è logico e anche desiderabile. Non è qualcosa di cui dovremmo aver paura o ignorare- piuttosto siamo chiamati a risolverlo. Questo vuol dire dobbiamo "affrontare il conflitto per risolverlo e farne un anello nella catena di un nuovo processo" (Evangeli Gaudium 227), percè l'unità è più grande del conflitto. Un'unità che non cancella le differenze ma ne fa esperienza in comunione attraverso la solidarietà e la comprensione. Cercando di capire il pensiero degli altri, le loro esperienze, le loro speranze, saremo capaci di vedere più chiaramente le nostre aspirazioni condivise. Questa è la base dell'incontro: tutti noi siamo fratelli e sorelle, figli dello stesso padre celeste, e ognuno di noi, con le sue rispettive culture, lingue e tradizioni ha molto da dare alla comunità. Le vere culture non sono chiuse in se stesse ma chiamate a incontrare altre culture e creare nuove realtà. Senza questo presupposto essenziale, senza questa base della fraternità, sarà molto difficile arrivare al dialogo. Se qualcuno pensa che ci sono persone, culture o situazioni che sono di seconda, terza o quarta categoria... sicuramente le cose andranno male, perchè il minimo riconoscimento della dignità dell'altro è mancante."

L'originale è tratto dal resoconto in lingua inglese di news.va
Per un resoconto in lingua italiana

giovedì 25 giugno 2015

Il lato inedito di un Cardinale considerato "omofobo"

Caro fratello sono d'accordo con te, è meglio ascoltarci a vicenda piuttosto che parlare per scopi contrastanti. Questo è ciò che scriveva l'ex Cardianle di Chicago Francis George in risposta all'amico Maurice Monette ex confratello nei Missionari oblati di Maria Immacolata, omosessuale e sposato da 26 anni con un uomo.
Monette ha reso nota oggi il testo della lettera al blog Bondings 2.0. a pochi mesi dalla morte del prelato avvenuta lo scorso 17 aprile.
Monette racconta al blog statunitense: "Avevo mandato al Cardinale una copia del mio libro «Confessioni di un prete gay sposato. Un viaggio spirituale»" che parlava dell'integrazione della mia sessualità, con la spiritualità e della mia relazione di coppia. La sua reazione molto positiva mi ha dato speranza per la Chiesa Cattolica".

L'ultima loro conversazione risale al 1988 quando durante una sera a cena a Roma George ha affermato che i seminari avrebbero dovuto cacciare gli omosessuali. Monette rimane sconvolto: "quella sera decisi che c'era poco spazio per me nella chiesa", decide così di lasciare l'abito talare. Venticinque anni dopo si rincontreranno per via epistolare.
Francis George da Vescovo si è più volte pronunciato con frasi molto dure sulle persone omosessuali ed è stato un fiero oppositore del matrimonio egualitario. Una volta disse che il gay pride è un abuso della libertà di parola come lo era il Ku-Klux-Klan. Per fortuna poi si è scusato.

Questa lettera datata 12 dicembre 2013, giunge a riabilitarne la memoria in quanto rivela un lato comprensivo e commosso per le vicende dell'amico: "è' molto tempo che non ci incontriamo ma è come se ti avessi parlato attraverso il tuo libro" gli scrive. E poi: "sono contento che hai risolto tutto senza amarezza".
Le ultime frasi mostrano che il libro deve aver colto proprio nel segno: "tuttavia, sono d'accordo con  te, che abbiamo bisogno di continuare ad ascoltarci gli uni agli altri, invece di parlare uno contro l'altro."  Poi inaspettatamente apre alla possibilità di nuovi percorsi: "le categorie con cui spiegare l'esperienza umana sono tante e io non riesco a ricondurre tutto quello che fai al senso delle cose che ci è stato trasmesso dalla Rivelazione Divina, anche se so che c'è un evolversi dell'interpretazione sia degli eventi sia della dottrina".

La lettera è un altra testimonianza positiva che si va ad aggiungere agli atti di un lungo fascicolo. Esso prova che la Chiesa Cattolica ha in se stessa le risorse morali, intellettive e spirituali per percorrere strade più umanizzanti e inclusive per tutte le persone glbt. Basta solo volerle mettere in campo.

Fonte: Bondings 2.0. New ways ministry blog
Testo della lettera si può trovare qui (ENG)

lunedì 22 giugno 2015

Gender articoli interessanti e autorevoli per saperne di più

Dopo la manifestazione di sabato scorso è ritornato in auge il confronto su "temibile del gender". Ne riporterò qui una piccola rassegna stampa per aiutare chi vuole capirne di più.

Studi di genere e non ideologia gender
La filosofa Michela Marzano su Repubblica che ribadisce che i gender studies sono degli studi pluridisciplinari e diversi tra loro che servono per comprendere la complessità del reale.
La crociata del gender, il fantasma che agita i cattolici la Repubblica 22 giugno 2015.
Anche la sociologa Chiara Saraceno prima ad affrontare in Italia certi temi ha commentato la manifestazione in Lo spettro gender la repubblica 21 giugno 2015.
Interessante è anche l'intervista a Saraceno effettuata il 17 maggio in cui la studiosa fa una lucida analisi spiegando l'origine di tale teoria / ideologia gender.
Un'altro articolo molto interessante comparso su Adista che fa luce su studi di genere, alcune inesattezze comparse nel dibattito e osservazioni su come una prospettiva di genere può aiutare a capire la realtà e favorire uno sviluppo umano soprattutto nei paesi del sud del mondo.

Anche sul fronte interno della chiesa cattolica sono usciti interessanti contributi.
La storica Rita Torti su viandanti.org mette riflette su una teologia delle donne. Anch'essa sarebbe travolta dall'opposizione al gender? In tra teologia della donna e guerra al gender in Viandanti.org
Un'altro contributo sempre su Viandanti di Giannino Piana: sesso e genere oltre l'alternativa.
Rocca ha dedicato uno speciale nel numero di aprile su sesso e gender con il contributo di Giannino Piana
Sesso e gender? davvero alternativi. Sempre sullo stesso numero di Rocca: Il lessico sul gender
Christian Albini fa notare che si parla di ideologia gender ma non si cita mai l'ideologo e l'ispiratore di simili derive culturali. Le cose stanno davvero come dicono? in Gli equivoci del gender in Vinonuovo del 25 marzo 2014

Riflessioni su questa nuova sfida antropologica.
Christian Albini sul suo blog sperarepertutti e sul blog vinonuovo è tornato varie volte sull'argomento dicendo che occorre occorre una dialogo e un confronto sereno sulle diversità sessuali come in Per un discorso sereno sull'omosessualità 12 novembre 2014
Un'altro punto di vista interessante è quello dell'educatore e insegnante di religione Gilberto Borghi collaboratore fisso del blog Vinonuovo che affronta la questione su come dovemmo parlare di tematiche nuove come il sesso e l'omosessualità a scuola facendo una lucida analisi dei ragazzi in Gender ma a loro poi come parliamo? e nel post pubblicato oggi: tre domande sul gender