lunedì 15 giugno 2015

Seguire il servo o il padrone? il mio pellegrinaggio ad Assisi


Assisi mi ha sempre comunicato qualcosa di positivo. Quasi tutte le volte che ci sono stata me ne sono tornata a casa con più gioa nel cuore.

Dico quasi perchè c'è stata un'occasione diversi anni fa che ricordo con disagio. Era il periodo in cui ero in conflitto con me stessa e la chiesa di cui stavo facendo esperienza con i suoi predicatori "carismatici", che sembravano incapaci di porsi delle domande, arcuiva il mio dsagio. Le mie amiche andavano in estasi e pendevano dalle labbra di simili oratori mentre io, giovane cristiana che iniziava a scontrarsi con la sua diversità, di domande me ne facevo tante ed ero sempre critica e scettica. In più pensavo che nessuno ne i miei amici, ne quei frati, preti e suore li presenti potesse capirmi e ascoltarmi davvero. 

Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta sia nella mia storia personale che in quella della Chiesa in generale. Per me è bastato cambiare aria, frequestare altre persone e fare nuove esperienze di Chiesa per ritornare a fiorire e a capire che Dio mi ama così come sono.

Questo è lo spirito con cui ho affrontato quest'ultimo pellegranaggio che è stato davvero speciale per me. E' la seconda occasione che ho avuto quest'anno di sentirmi di nuovo parte della Chiesa in maniera piena. Inoltre mi ha dato l'opportunità di passare tre giorni spensierati, dove oltre alla preghiera, le brevi meditazioni guidate da un sacerdote molto in gamba, ho conosciuto belle persone e rincontrato vecchi amici.

Eravamo in tanti: gay, lesbiche e transessuali provenienti da tutta Italia. In tutti i luoghi che abbiamo toccato siamo stati accolti come un qualsiasi altro gruppo senza nasconderci: alla Cittadella dove abbiamo alloggiato abbiamo incontrato don Tonio dell'Olio un prete di frontiera che ci ha raccontato aneddoti divertenti e significativi su di se e sulla storia della cittadella, luogo privilegiato di dialogo tra chiesa e mondo contemporaneo e dove Pasolini maturò l'ispirazione per il suo film "Vangelo secondo Matteo".

Alla basilica di San Francesco invece abbiamo incontrato un frate amico di uno dei nostri che ci ha fatto da guida al quale ci siamo presentati e abbiamo rivolto alcune domande su varie cose ad esempio il prossimo Sinodo, su come l'ordine si occupa dei frati in formazione che si scoprono o sono omosessali. Ci ha voluto dare inoltre una testimonianza su cosa significa la vita religiosa e come può essere gestita la scelta  dei voti di castità, povertà, obbedienza. Spiega che si tratta di un percorso graduale per tutti e il trattamento è uguale per tutti.

Infine la domenica all'Eremo delle carceri i frati ci hanno dato l'occorrente e uno spazio dove abbiamo celebrato la S. Messa all'aperto. E' stato bello vedere che oltre a noi si sono avvicinate anche altre persone capitate li per caso ma che sono rimaste fino alla fine.

Alle preghiere abbiamo ricordato i cristiani che celebrano il Corpus Domini con processioni sontuose e solenni ma soprattutto quei cristiani perseguitati che in alcune aree del mondo non possono nemmeno uscire dalle loro chiese. Abbiamo pregato anche per le coppie omosessuali, affinche possano essere un segno di speranza e amore visibile; per le persone transessuali che affrontano la transizione, per i nostri gruppi ricordando alcune figure importati per la loro storia come Don Pezzini e le suore di Salvarano. Insomma, sarò super retorica ma direi che è stata una delle Messe più emozionanti della mia vita!

La parola che riporto a casa è la domanda che il Cristo di S. Damiano rivolge a Francesco: "vuoi seguire il servo o il padrone?" che incarnata nella mia realtà attuale diventa: è più importante ciò che pensa Dio di me o ciò che pensano gli uomini di questo tempo?

Il carisma di Francesco e Chiara può ha molto da dire. Spesso come omosessuali credenti ci sentiamo allontanati da Dio e relegati ai margini da una chiesa istituzione che non ci accetta. Francesco e Chiara ci dicono provocatoriamente che Dio sta proprio li. E' nel rifiuto degli onori e nella semplicità. E' in una marginalità scelta liberamente che hanno fatto esperienza di Lui, di quel Dio che è padre di tutti!

Stare ai margini ha significato anche per loro essere visti con sospetto dalla Chiesa istituzione che doveva vagliare la loro aderenza alla dottrina, non essere capiti dai propri contemporanei, talvolta neanche dai propri confratelli.

Un motivo in più quindi per mettersi in cammino dietro il Padrone e non tanto dietro quei servi che cadono nella tentazione di voler essere padroni.

San Francesco e Santa Chiara ci provocano a guardare alla nostra vita di fede con semplicità e umiltà; a guardare le cose essenziali, che dopo quest'esperienza non mi mancano più perchè mi sono sentita di nuovo in comunione con Dio e i fratelli.

Ancora di più, ci invitano a non turbarci più del dovuto di fronte ai giudizi negativi e al rifiuto di alcuni fratelli, perchè sta proprio li il segreto della perfetta letizia.

Nessun commento:

Posta un commento